La Corte di Giustizia Europea sulla tassa dei 500 milioni.

La Corte di Giustizia Europea sulla tassa dei 500 milioni.

La Corte è contraria se la tassa deve migliorare le Finanze.

 Correva l’anno 2015 quando dal 1mo di gennaio il settore degli apparecchi da gioco avrebbe dovuto versare 500 milioni l’anno per tre anni. Ovviamente l’avrebbero dovuti pagare i Concessionari per poi ridistribuire la tassa sugli operatori   della filiera. Il Governo aveva specificato che “Era un prelievo straordinario necessario al miglioramento degli obbiettivi di finanza pubblica”.

La richiesta è stata ritenuta ingiusta dai gestori e dai concessionari ed hanno quindi prodotto un contenzioso legale che per anni non ha contribuito a fare chiarezza. Di conseguenza il Governo ha chiesto il parere della Corte Europea.

Il Consiglio di Stato ha passato la palla alla Corte di Giustizia Europea

Il Consiglio di Stato ha posto alla Corte Europea diversi quesiti. Se la riduzione del compenso degli operatori fosse (eventualmente) legittimo e se restringeva la libertà di stabilimento alla libera prestazione dei servizi; se lo Stato avesse violato il principio di legittimo affidamento per motivi meramente economici. La Corte ha stabilito che “Il solo obbiettivo di incrementare al massimo gli introiti del pubblico erario non può consentire una restrizione della libera prestazione dei servizi e spetta al giudice nazionale identificare gli obbiettivi perseguiti da tale normativa”. In merito all’Art.49 TFUE la Corte ha spiegato che deve essere interpretato nel senso che, laddove sia dimostrato che una normativa nazionale quando impone un prelievo avente per effetto una riduzione dei compensi dei concessionari incaricati della gestione dei giochi mediante apparecchi da gioco, comporta una restrizione della libertà garantita dallo stesso Art.49 TFUE e che non può essere giustificata sulla scorta di obbiettivi fondati esclusivamente su considerazioni attinenti al miglioramento delle finanze pubbliche. Poi ha aggiunto che si doveva tenere conto degli investimenti effettuati dai concessionari e del carattere improvviso e imprevedibile di tale misura che non ha lasciato loro tempo di adeguarsi a questa nuova situazione. Ora ci chiediamo se finirà la telenovela o se si tornerà ai giudici nazionali.

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