Il Decreto Dignità cambia pelle, ma il vizio resta

Il Decreto Dignità cambia pelle, ma il vizio resta

Il Decreto Dignità, che non doveva solo vietare la diffusione della pubblicità del gioco ma anche regolamentare il gioco lecito dello Stato, ha cambiato radicalmente i soggetti che gestiscono il gioco legale.

Un anno fa è stato ben accolto il Decreto Dignità dall’organismo che raggruppa le numerose Associazioni che osteggiano il gioco con premi in denaro: “Caritas Ambrosiana, 32 Fondazione Antiusura, CEI,  Adiconsum, Caritas Nazionale, SOS Impresa, Forum delle Associazioni Familiari e altre, tutte unite contro quello cha chiamano azzardo.

L’AGCOM ha emanato le linee guida attuative del Decreto Dignità

Come suo dovere l’AGCOM, che è un’autorità indipendente, ha emanato le linee guida sull’applicazione del divieto di pubblicità per tutelare i soggetti più vulnerabili, ma è stata subito criticata di limitare l’efficacia del divieto di pubblicità, invece l’Agcom s’è attenuta fedelmente a quanto recita l’Art.41 della Costituzione che prevede la piena libertà di iniziativa economica che ovviamente non deve essere in contrasto con la dignità delle persone, ma se il gioco lo esercita lo Stato tramite i suoi Concessionari, è implicito che non contrasta con la dignità delle persone, né dovrebbe mettere a rischio la salute dei singoli, ma nel nostro Paese mistificare l’essenza dei fatti e disperderne il senso in mille cavilli per solo spirito di contrasto è ormai uno sport nazionale. L’Agcom prima di emanare le linee guida ha consultato i responsabili del Ministero della Salute e altri organi dello Stato e addirittura anche società con sede all’estero ma con regolare licenza di operare nel nostro Paese e quindi ha svolto il suo compito in modo corretto.

C’è chi dice che gioco illegale o legale non fanno differenza e qui ricadiamo nella usuale superficialità di valutazione dei fatti che rende il nostro popolo poco affidabile agli occhi dei nostri vicini. Secondo il parere di questi pseudo super esperti, le due forme si autoalimenterebbero perché all’aumento dell’uno consegue quello dell’altro. Non è così, ma anche qualora i “super esperti” avessero un briciolo di ragione, qui la domanda che aspetta una risposta non è quella del parallelismo del gioco che deve essere certamente evitato, ma è quella di un popolo che deve decidere se vivere in un Paese in cui la legge agisce sopra ogni interesse individuale e  deve essere rispettata o No. Allora vogliamo noi italiani vivere in una specie di Far West, oppure sostenere imprese legali che assicurano posti di lavoro e pagano le tasse?

Forse il Governo ha dimenticato che il settore del gioco è una industria produttiva?

In un Paese democratico, quando un comparto economico è regolamentato da una apposita legge, ognuno può svolgere la propria attività in conformità alla legge e in piena libertà, salvo eventuali aggiustamenti, strada facendo, perché i politici che rappresentano il popolo in Parlamento possono aver commesso qualche errore da eliminare con emendamenti o articoli aggiuntivi al testo della stessa legge. Questo avviene ovunque in Europa dove anche i precisi tedeschi hanno progressivamente modificato la legge adeguandola alle nuove condizioni del mercato o correggendo eventuali malintesi di interpretazione. In Italia il Governo, invece di pensare al riordino (con modifiche) della legge sul gioco con premi in denaro, ha preferito aumentare la tassazione (anche al gioco senza vincite in denaro) e messo una pezza calda sulla profonda ferita prodotta dalla ludopatia vietando la pubblicità che è un diritto costituzionale al quale può fare ricorso ogni impresa che intende promuovere il proprio prodotto. Chiudo dicendo che se il Governo ha voluto accontentare i gruppi ANTIGIOCO per puro populismo al fine di ottenere più voti, sotto l’aspetto propagandistico si può capire, ma sia consapevole che ha dato una grossa mano alla criminalità organizzata che del gioco legale se ne frega perché opera tramite strutture parallele (Siti all’estero, prestanome, società fantasma, ecc.) e invece di tutelare le classi più basse della società con il Decreto Dignità ha colpito al cuore l’economia. Il Decreto Dignità è stata una “Bufala” che consente ai criminali di accumulare più soldi e quindi aumentare il loro potere anche nell’economia regolare. Ma ai vari Governi va bene così!

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