Il COVID come il cacio sui maccheroni

Il COVID come il cacio sui maccheroni

Per significare che una azione che avrebbe richiesto una lunga preparazione, col pretesto della pandemia, è realizzabile senza subire proteste.

Forse chi scrive può sembrare troppo pessimista, ma le disparità di trattamento tra le altre attività e il gioco legale sono macroscopiche a cominciare dalle diverse regole tra le Regioni, dalla perdurante discriminazione da cui è afflitto il settore del Gioco Autorizzato da parte dello Stato, dal rifiuto delle banche di erogare prestiti alle imprese del gioco e da tante altre azioni ingiustificatamente dannose che non fanno presagire un futuro migliore per l’industria e gli operatori del divertimento, che pur negli ultimi dieci anni hanno decisamente contribuito a sostenere le casse dello Stato. Col nuovo Decreto del Consiglio dei Ministri s’è detto che anche le imprese del gioco colpite dalla seconda chiusura hanno il diritto di ricevere un risarcimento e anche i Consorzi Criga e Get Network hanno chiesto al Governo di includere le imprese di gestione nel Decreto. Ma tra il dire e il fare ce ne passa, infatti già sorgono dubbi su quali categorie esattamente il Governo agirà con i sostegni ed è già chiaro che alcune aziende verranno escluse. Nessuno pensa seriamente di sostenere le imprese del gioco legale e possibilmente di svilupparne la crescita, e lo vediamo con le Scommesse Sportive in cui i giocatori non possono ritirare la scommessa presso un negozio prossimo alle loro abitazioni, oltre a quello in cui hanno effettuato la giocata. Senza dire del divieto di assembramenti che effettivamente non ci sono stati, anzi i giocatori sono stati molto disciplinati. Ora un mese o forse di più di chiusura allontaneranno probabilmente i giocatori dai punti vendita delle scommesse. Il pessimismo regna sovrano tra gli operatori che non sanno nemmeno dove chiedere il famoso “Ristoro”, ma se ci sarà la proroga delle concessioni si spera per tutti i settori del gioco pubblico. Ma è già chiaro che, mentre le Slot nelle sale verranno penalizzate, quelle Online potranno accedere agli aiuti e molto probabilmente gli operatori potranno ottenere la proroga sborsando altri soldi. Gli interventi dei diversi Sindacati o Associazioni sono stati snobbati dal Governo, non esistono strategie o politiche di sostegno, né di responsabilizzazione efficaci per le aziende della filiera. Si naviga a caso e, diciamolo con serenità ma molto seriamente, quando il Covid scomparirà, le poche imprese che sopravvivranno ne usciranno con le ossa rotte. Peccato davvero che un settore dell’economia, ovunque nel mondo riconosciuto, nel nostro Paese venga discriminato, vituperato, maltrattato e, pur avendo pagato fior di soldoni in tasse e altri emolumenti, si cerchi in tutti i modi di azzerarlo.

 

Massimo Ranalli

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