Il caso “Laboccetta-Corallo”scalda gli animi in Parlamento

Il caso “Laboccetta-Corallo”scalda gli animi in Parlamento

Il M5S, con il rientro in politica attiva del deputato Amedeo Laboccetta, richiama alla memoria il caso del sig. Francesco Corallo

 

Il movimenti 5 Stelle ha chiesto un approfondimento sulla posizione dell’On. La boccetta che, rientrando di diritto in Parlamento pone, secondo la sig.ra Giulia Sarti, problemi di compatibilità sotto il profilo etico.

La carriera politica del deputato Laboccetta è lunga e variegata, durante la quale ha ricoperto diverse cariche: in GORI Spa la gestione delle risorse idriche; è stato componente della Commissione finanze ed è stato coinvolto nel caso di Fracesco Corallo per avere avuto incarichi nella gestione di società del gioco ricevendo compensi in denaro attraverso un giro di fatture connesse al caso Tulliani.  L’indagine è naturalmente ancora in corso, perciò non consente di rilevare lo stato di incompatibilità con l’attività politica secondo quanto stabilisce la legge “Severino”, né La boccetta ha subìto condanne di primo grado o definitive. La sig.ra Sarti tuttavia è contraria al suo rientro in Parlamento perché nel 2016 Laboccetta era stato destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere assieme a Francesco Corallo e invoca ”L’opportunità che la Giunta debba valutare non solo sotto l’aspetto formale ,ma soprattutto i profili etici e morali” ritenendo Laboccetta una persona pericolosa seppur non sia stato condannato con sentenza definitiva.

Dunque se l’indagine in corso sul caso Corallo è di portata internazionale, infatti si estende dalle Antille olandesi ai Paesi Bassi, e i passaggi di denaro sono stati tanti e tortuosi oltre che di difficile comprensione, in uno Stato mediamente democratico un cittadino che non ha subito condanne definitive dovrebbe essere ritenuto innocente.  D’altro canto se i procedimenti penali in Italia durano anni e anni, allora la sig.ra Sarti dovrebbe invitare la magistratura a maggiore sollecitudine nell’espletamento delle indagini perché di personaggi politici indagati o destinatari di ordinanze di custodia cautelare poi dichiarati innocenti, in Italia ne abbiamo avuti tanti e non si capisce perché Laboccetta dovrebbe rinunciare al mandato conferitogli dai cittadini che l’hanno eletto.

 

M.R.

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