In mille giorni Renzi cambia tutto ma il gioco legale resta a bocca asciutta

In mille giorni Renzi cambia tutto ma il gioco legale resta a bocca asciutta

Matteo Renzi è andato e non sappiamo se avrà una seconda opportunità per riformare quello che resta del corrotto sistema italiano, ma alla fine ha lasciato il gioco legale in balia del suo destino.

 

Si può essere a favore o contro le riforme che Renzi ha sostenuto, e in parte realizzate, anche se l’ultimo passo gli è stato fatale perché gli italiani hanno detto “NO” alla revisione della Costituzione. L’esito negativo del Referendum, tuttavia, non può cancellare il lavoro svolto dalla sua legislatura. In parte sono state riforme necessarie, o diciamo pure che è stato un tentativo di rottamare i vecchi sistemi economici e sociali oltre che politici, ma i cui risultati vedremo forse tra due o tre anni, ma noi ne ricordiamo alcune.

 

Riforma del lavoro, Pubblica Amministrazione, IMU sulla prima casa, ecc.

 

Le scelte fatte dal Governo Renzi non sono state tutte ben accettate perché, pur mirate all’adeguamento del Paese ai parametri europei, probabilmente scuotevano nel profondo i lenti ritmi di vita del nostro popolo e anche lo sesso Referendum sulla Costituzione è apparso a molti come  una forzatura imposta al popolo per verificare la sua popolarità in un momento di forte instabilità nei Partiti d’opposizione e di divisione all’interno della propria compagine partitica. Poi si dirà che è stata una manovra furbesca avere regalato 80 euro mensili a più di 11 milioni di lavoratori che guadagnano 25.000 euro l’anno, dimenticando quelli che non arrivano ai fatidici 8000. Il regalo però gli ha fatto ottenere il 40% dei voti nell’elezione europea e poi è stata analoga furbata la riduzione da 113 a 90 euro del canone TV che ha colpito quelli che non hanno mai pagato il canone. Tutte caramelle, è vero, ma i cittadini ne hanno in ogni modo goduto. La riforma dell’Art. 18 sui diritti dei lavoratori non è piaciuta affatto anche perché non ha stabilizzato il mercato del lavoro, né ha notevolmente aumentato le assunzioni a tempo indeterminato, e l’applicazione del sistema di pagamento con “Voucher” ha incrementato le possibilità dei datori di lavoro di evadere i loro doveri sociali. Per quanto siano state considerate “Caramelle”, gli altri provvedimenti come il codice degli appalti, l’introduzione del reato di “voto di scambio e di riciclaggio”, la legge sulle unioni civili e la creazione dell’autorità anticorruzione aggiungono meriti all’opera del Governo Renzi, ma ai pensionati, che sono milioni, ci ha pensato troppo tardi e, dopo la sua scomparsa, non è certo che otterranno l’aumento della minima che in Italia è davvero una miseria. Altrettanto tardi e alla vigilia del voto sul Referendum s’è detto disponibile ad un accordo sull’aumento dei salari degli impiegati nella Pubblica Amministrazione che aspettavano il rinnovo del contratto da 7 anni. Ovviamente i tardivi e opportunistici interventi in favore dei cittadini a basso reddito hanno rafforzato in loro la sensazione di ricevere ancora caramelle in regalo.

 

Tanta propaganda, ma il Gioco Legale ha aspettato invano

 

Sarà l’ex Premier stesso a tirare le somme e verificare se regalare “caramelle” ha davvero aiutato la sua causa, ma qualche miglioramento allo stato sociale dei cittadini c’è stato e i bonus che il Governo ha elargito nei suoi mille giorni non possono essere negati, anche se spesso i suoi interventi erano conditi da una notevole porzione di propaganda per ottenere il consenso delle grandi masse della popolazione nei momenti topici del suo mandato. L’industria e gli operatori del Gioco Legale, che pur fornendo un importante contributo erariale nelle casse dello Stato rappresentano un comparto relativamente poco rappresentativo sotto l’aspetto anagrafico, hanno sperato nell’intervento del Governo che doveva concretizzarsi con la conferenza Stato/Regioni, ma il Governo ha preferito aspettare il Referendum che gli avrebbe conferito maggiori poteri sulle Regioni. Il No ha posto fine alle ambizioni di potere di Renzi e del suo Governo che non ha potuto appropriarsi delle desiderate competenze regionali e il Gioco Legale è rimasto a bocca asciutta. Finita l’era del “caramellaro” Renzi, ricomincia la tiritèra delle Competenze  con il Governo Gentiloni che s’è accollato la responsabilità di guidare la barca italiana fino alle prossime elezioni. Intanto però le questioni più urgenti sono tante: Il sostegno alle banche, l’aiuto ai colpiti dal terremoto, gli immigrati che affollano le nostre città, il debito pubblico che cresce, ecc. Avrà il Pres. Gentiloni tempo e voglia di dedicarsi al caso del gioco legale? La risposta vola nel vento, e si fa fatica a crederci a causa di un quadro di tale complessità. L’incertezza rimane e tuttavia il comparto del gaming non deve assolutamente scegliere la via dell’illegalità, né deve tirare a campare. Le imprese e gli operatori del settore gioco devono mantenere saldi in mente i principi di legalità, restare uniti e propositivi perché i mesi prossimi non saranno per niente facili.

 

Massimo Ranalli.

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