Dopo la sconfitta sul Referendum si può solo dialogare con le Regioni

Dopo la sconfitta sul Referendum si può solo dialogare con le Regioni

La batosta che il popolo ha inflitto al Governo negando le riforma di parte della Costituzione rimescola le carte del sistema gioco italiano.

 

Il No al Referendum non ha solo negato la revisione della Costituzione, ma ha anche imposto a Renzi una lunga vacanza e con lui se ne va anche la possibilità di trattare con le Regioni su chi deve decidere del futuro del gioco in Italia. Probabilmente anche l’On. Baretta verrà sostituito ai giochi e molti saranno contenti, ma nei fatti c’è poco da esultare perché il nuovo “Governicchio” avrà ben altre incombenze da risolvere e il sistema gioco non risulta certamente tra le priorità dell’agenda politica.

La Legge di Stabilità 2017 è stata approvata in fretta e furia, ma ben altri sono i problemi italiani a cominciare dalle Banche dissestate in barba a quanto affermava Renzi che addirittura invitava la Germania a preoccuparsi delle proprie, mentre i tedeschi avevano ricapitalizzato le loro banche quando ancora la Comunità Europea lo consentiva e noi dormivamo su sette cuscini.

Pier Paolo Baretta richiama tutti alla calma e responsabilità

 

Consapevole della debacle del Governo e del dissesto interno al Partito Democratico, l’On. Baretta pur non conoscendo il suo destino ha intanto richiamato tutti alla responsabilità sperando che il nuovo capo del Governo Capo riesca ad essere all’altezza di importanti appuntamenti internazionali che l’Italia dovrà ospitare nel corso del 2017. Certo è che Gentiloni dedicherà sicuramente poco tempo e attenzione al riordino del gioco italiano. Il calendario governativo è fitto di impegni e temi che chiedono soluzioni rapide, non solo politiche ma che riguardano anche l’economia del Paese.

Il comparto dei giochi non potrà pretendere di richiamare il Governo al tavolo che s’era faticosamente costituito con la Conferenza Stato/Regioni e quindi per non rischiare chiusure e disoccupazione dovrà intraprendere “motu proprio” trattative con gli Enti Locali, almeno fin quando avremo, sé l’avremo, un Governo stabile ed eletto dai cittadini.

Alcune proposte avanzate dal Governo Renzi potranno ancora essere valutate o parzialmente rivisitate, ma nel complesso il comparto dei giochi dovrà venire a patti con Regioni e Comuni che sono gli unici Enti ancora parzialmente legiferanti in Italia.

L’incertezza che ha regnato negli ultimi 10 anni su tutto il panorama dei giochi in Italia non tende ad attenuarsi e gli attori del gioco, concessionari compresi, farebbero bene a non tendere la corda più del necessario. Serve unità, saggezza e disponibilità al dialogo, oltre che praticare il gioco con la massima responsabilità per non lasciare il campo ad interventi distruttivi da parte delle autorità locali e di forze nascoste ma potenti che già si preparano ad assaltare la diligenza.

Massimo Ranalli

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