Sapar ringrazia Don Manganiello per la promozione della legalità

Sapar ringrazia Don Manganiello per la promozione della legalità

L’Associazione Nazionale Sapar, venuta a conoscenza dell’articolo pubblicato su Il Cittadino, del 13 dicembre, dal titolo “Evitate i bar con le slot, c’è la mano delle cosche”, ha ringraziato per l’impegno nel contrasto alle mafie.

 

Pur dispiaciuta per l’accostamento del gioco pubblico alle organizzazioni criminali ,come indica il sostantivo “cosche”, Sapar ha comunque voluto ringraziare Don Aniello Manganiello per l’impegno e la promozione della legalità e s’è detta a fianco di tutti coloro che si spendono nel contrasto alle mafie.

“Se c’è qualcuno, infatti, che subisce gli effetti della presenza delle organizzazioni criminali sul territorio, questa è anzitutto la filiera del gioco pubblico e legale” – scrive in una nota l’ufficio stampa di Sapar. L’Associazione ha anche riaffermato di essere orgogliosa di rappresentare gli operatori della filiera dal 1962 e di essere un presidio di legalità sul territorio, oltre che un argine nei confronti del gioco gestito dalla criminalità. Quindi ha ricordato: “Prima della regolarizzazione del gioco, nel 2004, l’Italia era invasa da circa 800.000 videopoker illegali gestiti da organizzazioni criminali slegate da ogni principio di tutela del giocatore e difesa dei minori. Oggi c’è un’offerta legale, controllata e controllabile, gestita da onesti e responsabili operatori”.

La differenza è sotto gli occhi di tutti perché c’è, come c’è tra le slot gestite nei bar, che accettano solo monete e dove è possibile giocare solo pochi euro mentre le videolottery delle sale gioco accettano anche banconote e consentono puntate e vincite superiori, con tutti i potenziali rischi in termini di sicurezza e di riciclaggio. Infine Sapar conclude il suo comunicato e ammonisce: “Non vedere queste differenze, non distinguere tra offerta lecita e illecita, significa danneggiare la rete legale e indebolire gli operatori che ne fanno parte, a tutto vantaggio proprio di quella criminalità organizzata che dobbiamo invece combattere”.

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