Per avere un gioco sicuro e legale servono regole certe

Per avere un gioco sicuro e legale servono regole certe

Il gioco illegale non è strettamente legato alla pandemia perché da anni le organizzazioni malavitose da tempo controllavano il gioco illegale.

La questione del “Gioco sicuro e legale” occupa la stampa e le istituzioni da molti anni, molto prima che irrompesse nelle nostre vite il Covid 19 che però con la chiusura dei luoghi del gioco autorizzato ha fortemente sostenuto il gioco illegale. La chiusura indiscriminata dei luoghi del gioco in attesa del “Riordino” che mai s’è verificato ha messo a rischio un settore legale che occupa oltre 150.000 addetti e sostiene centinaia di famiglie dei gestori, lo Stato non ha potuto incassare il PREU della raccolta con gli apparecchi fermi e l’alta tassazione hanno portato le aziende legali sull’orlo della catastrofe. Nel complesso la situazione italiana è scoraggiante perciò Codere Italia ha organizzato il confronto in streaming “In nome della legalità, senza regole con c’è gioco sicuro” al quale hanno partecipato esperti del settore. Al convegno tra altri erano presenti il Responsabile del coordinamento nazionale problematiche del gioco pubblico ANCI, l’Associazione italiana responsabili antiriciclaggio con il Pres. Ranieri Razzante, docente di legislazione antiriciclaggio all’Università di Bologna ma anche il Pres. Commissione finanze e Tesoro, nonché giornalista Riccardo Pedrizzi. Partendo dalla regolamentazione del gioco in Italia i presenti sono convenuti che l’obbiettivo era e rimane il controllo del gioco e dell’ordine pubblico, inoltre hanno riconosciuto che il gioco legale ha dato un notevole contributo alle entrate erariali che già all’inizio ammontava a oltre 4 miliardi per passare progressivamente a 6.7 miliardi stimati per il 2020 quando, dovuto alla chiusura e all’esplosione del gioco illegale, s’è verificata una pesante contrazione delle attività del gioco legale. Gli operatori aspettavano l’avvio del “Riordino” del gioco che si materializzasse in un “Codice” specifico che prevedesse la prevenzione del disturbo da gioco, maggiore contrasto all’illegalità e controlli più incisivi con inasprimento delle sanzioni. Dal 2017 il discorso del “Riordino” del comparto dei giochi è rimasto chiuso in un cassetto mentre doveva garantire un quadro di legalità ai giocatori e ovviamente anche ai gestori.

Credito negato alle aziende del gioco legale

Privo di regolamenti chiari e incisivi il Gioco Legale ha dovuto affrontare una guerra mediatica e ideologica che ha provocato anche difficoltà sull’accesso al credito perché gli istituti di credito volevano evitare sospetti o accuse di riciclaggio. Nel contempo anche le stringenti normative regionali, comunali e nazionali hanno messo in grave pericolo la tenuta dell’intero comparto, poi la pandemia ha travasato il gioco via terra nel gioco in rete che ha fatto fare salti di gioia ai fautori del gioco illegale.

L’On. Pedrizzi ha obbiettato: “La perdita di migliaia di posti di lavoro anche nell’indotto è oggi più che mai reale. Occorre perciò varare un nuovo Testo Unico che sintetizzi la normativa e che serva come azione di riordino e programmazione delle attività di gioco legale. Al fine di rendere uniformi anche le normative tra Comuni. I controlli svolti dall’ADM per contrastare il gioco illegale è stato un elemento fondamentale, che ha reso visibile il rischio di una miope chiusura del gioco di Stato”. E tuttavia i pregiudizi sul gioco legale continuano a danneggiare il comparto.

Il Direttore finanza e Affari Istituzionali di Codere Italia, ha commentato: “Celebriamo in questi giorni un anno dalle prime chiusure del settore per la Pandemia. 365 giorni in cui più di 200 hanno visto le serrande delle sale bingo e delle sale scommesse abbassare e gli apparecchi spenti nei negozi generalisti. Ma se il gioco legale, come sempre rispettoso delle regole dello Stato, si è fermato non si può altrettanto dire per il gioco illegale, gestito da associazioni criminali”. Quindi Marco Zega, ha aggiunto: “E’ necessario un ripensamento immediato sia degli ammortizzatori sociali che della tassazione. Senza sostegni per affrontare i costi fissi, ineluttabili anche in costanza di chiusura delle sale, e senza un rapido dietrofront sugli aumenti del PREU e delle rateizzazioni previste per gli apparecchi e sui canoni concessori delle sale bingo, il settore collasserà irrimediabilmente”.

L’affermazione dei Direttore Marco Zega rattrista Mondo Automatico che da anni mette in evidenza la necessità di rivedere la legge sul gioco pubblico.

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