La Conferenza Unificata, un medico che dovrebbe curare tutti i mali del gioco lecito
Le ferite inferte all’italica sensibilità morale dal gioco lecito sono tali e tante che non basta una semplice aspirina, serve una cura antibiotica da cavallo.
Forse sarebbe bastato qualche “pannuccio caldo” e una settimana di riposo se il male che affligge il gioco lecito fosse stato curato ai primi sintomi di raffreddore, ma il paziente è stato lasciato al suo destino e dal raffreddore il virus s’è mutato in Polmonite acuta che ha prodotto danni multipli al tessuto vitale del gioco legale. La sospirata cura sarà dunque lunga e dolorosa, la convalescenza lenta finché il paziente avrà recuperato la capacità di adempiere al compito per il quale era stato concepito, cioè di divertire i cittadini.
Nella Conferenza Unificata le speranze di guarigione
Tutti aspettano l’esito della Conferenza Stato Regioni che dovrebbe restituire la salute al gioco lecito, ma probabilmente le aspettative superano di gran lunga gli intenti per cui il Governo ha indetto la Conferenza che oggettivamente mira a risolvere il nodo delle competenze che la Costituzione assegna alle Regioni, mentre la specifica questione del “gioco lecito” occupa pochissimo spazio nell’agenda dei lavori. Nell’attesa che la conferenza faccia il miracolo, intanto nuove nuvole minacciose si addensano sul calendario della Conferenza e mettono il Parlamento di fronte al caso della sponsorizzazione della Nazionale di Calcio da parte di Intralot.
Lo sanno ormai tutti che il colosso delle Scommesse INTRALOT ha sponsorizzato la Nazionale Italiana di Calcio, ed era noto a tutti i politici anche prima della firma dell’accordo, ma ora che è esplosa la bolla piovono le interpellanze da parte dei Partiti e dei loro rappresentanti. Il Governo, consapevole che la Federazione Italiana Giuoco Calcio ha personalità giuridica di diritto privato e che quindi può agire in autonomia, non s’è espresso chiaramente nel merito e ha fatto semplicemente notare che la “Sponsorizzazione è limitata soltanto alla nazionale Maggiore e all’Under 21, né prevede l’utilizzo di marchi sulle magliette, né altri materiali e nemmeno l’uso delle immagini dei giocatori”. Le opposizioni però hanno gettato il guanto di sfida e non lo ritireranno fin quando non si conoscerà il risultato del Referendum motivando la loro intransigenza con la semplice deduzione” se una azione è legale, non è detto che non possa causare danni ai cittadini “. In linea di principio la tesi ci trova consenzienti ma induce a chiederci: quante norme causano danni ai cittadini come, ad esempio, il sequestro dell’automobile ad un povero lavoratore che non ha avuto i soldi per pagare la multa e ha comunque mantenuto la sua condotta pulita?
Ora è stata demandata a dirimere la questione la Conferenza Stato Regioni.
I Politici ritardatari
I politici italiani si accorgono sempre con ritardo della “validità non validità” delle norme che votano, come è sempre in ritardo la loro presenza in Parlamento e spesso non ci vanno affatto. La cittadinanza li perdona sempre perché in Italia ritardare l’entrata in servizio o addirittura non andarci per niente è una usanza consolidata. Ma nella disputa tra Figc e Governo i cittadini chiedono chiarimenti immediati senza dover aspettare la Conferenza Stato Regioni perché ne va della legalità del gioco del Calcio che è il giocattolo più amato dagli italiani. A questo punto, stando la situazione in bilico tra legale e illegale, un folto gruppo di Politici, alcuni facenti parte della Commissione Antimafia, ha ritenuto che la sponsorizzazione di Intralot fosse “Inopportuna” ed ha quindi chiesto al Coni e alla Figc di “rescindere il contratto di sponsorizzazione, per evitare la promozione di messaggi ambigui e fuorvianti”. La perentoria richiesta sottintende il concetto che le Nazionali non possono essere associate al gioco d’azzardo, che non avrebbe i richiesti requisiti di moralità ed etica. Forse si sarebbe potuto intervenire prima se si voleva mantenere intatta l’etica che dovrebbe distinguere le Nazionali di qualsiasi disciplina sportiva e creare una netta separazione legislativa tra le “immorali attività del gioco legale” e la “presunta integrità”dello sport del Calcio. Un’altra occasione persa dai politici che hanno votato la legge del gioco con premi in denaro e che ora chiedono di risolvere il caso alla Conferenza Stato Regioni. La situazione resta però “intrigata” perché un accordo contratto da una organizzazione giuridica di diritto privato ha appunto valenza giuridica la cui validità deve essere decisa da un Tribunale e quindi il povero On. Pierpaolo Baretta, avendo la delega ai giochi, è stato chiamato in campo.
Nella speranza che la santissima Conferenza Stato Regioni trovi luogo, L’On. Baretta ha proposto di inserire all’ordine del giorno della Conferenza anche il caso della sponsorizzazione della Nazionale di Calcio. Premesso che la Conferenza Unificata non può essere usata come panacea di tutti gli errori politici e legislativi, probabilmente non avrà a disposizione il tempo per occuparsene e forse nemmeno la voglia di curare anche questa ennesima ferita, salvo che se convochi prontamente una seconda sessione. Se poi per un eccessivo accumulo di provvedimenti da emanare, oppure a causa di ulteriori rinvii, si rendesse necessaria la convocazione di una terza sessione, ben venga. Tanto di tempo ne abbiamo tanto.
Ranalli
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