Francesco Gatti contro l’ipocrisia e l’esclusione

Francesco Gatti contro l’ipocrisia e l’esclusione

L’Ing. Gatti di Bakoo spa esprime il suo dissenso al progetto Sgi per il gioco da remoto perché come produttore di software è contro l’esclusione d’altri attori dalla filiera del gioco lecito. Giovanni Agliata di As.Tro propone chiarimenti.

 

Parlando del progetto Sgi (gioco da remoto), Gatti invita ad identificare da dove è scaturito il progetto, cioè da una accozzaglia di sigle che hanno interessi divergenti e afferma “I Concessionari hanno manifestato la chiara volontà di scavalcare non solo il gestore ma anche il produttore. Ecco che portare il software al download consente di ridurre la filiera al solo fine di accorciarne la struttura commerciale”. Il Gatti pensiero è sintetizzabile nel concetto che i produttori di software non devono accettare che, per salvare il proprio lavoro, venga sacrificato quello di altri componenti della filiera come i gestori e produttori di mobili, cosa che avverrebbe se il modello Sgi venisse praticato. Poi, ritenendo il progetto sbilenco, si rivolge a Giovanni Danilo che prega di non volergliene e cita la “Lettera di Voltaire” che recita: “non sono d’accordo con ciò che dici, ma darei la mia stessa vita perché tu possa continuare a dirlo”. Le parole di Gatti, pur dissenzienti, esprimono alta sensibilità democratica che però non gli impedisce di dipingere il quadro cupo in cui versa il comparto del Gioco Legale e, mentre professa interesse per le nuove tecnologie, si scaglia contro gli egoismi e contro quelli che a suo parere “Ci stanno prendendo per i fondelli, facendo passare stranezze e personalismi per salvaguardie e opportunità”. Ma l’accusa più dolorosa l’Ing.Gatti la rivolge “a quelli che ci hanno portato a questa situazione, taroccando o refilando hardware o dando percentuali assurde agli esercenti. Tutti costoro si ricordino che hanno portato al tracollo il settore, poi la politica ha fatto la sua parte mentre certi “furbetti” dicono di voler salvaguardare il settore con proposte Pro Domo Sua, mentre servirebbe la mannaia del boia”. Dalle parole di Gatti si evince chiaramente il risentimento verso coloro che hanno difeso i propri interessi a discapito di tutta la filiera del gioco lecito. L’argomentazione che brucia attorno al gioco da remoto non è imperniata sullo scarico dei giochi, ma piuttosto riguarda la distribuzione degli stessi che alcuni vorrebbero affidare in poche mani. Infatti se il download venisse effettuato da poche entità commerciali prescelte per eliminare eventuali commistioni tra gestori e produttori, si verificherebbe una intrusione nel processo produttivo prima ancora di pensare ad una forma di distribuzione diversificata.

Giovanni Agliata: Servono chiarimenti tecnici

La questione delle AWP da remoto richiede ancora un dibattito approfondito in assenza del quale si creano fraintendimenti, ma Giovanni Agliata, che partecipa al Comitato di Presidenza As.Tro, e che è aperto al dialogo, ha spiegato: “Sul caso AWP da remoto il collega Danilo Festa, che coordina assieme a me la sezione produttori AS.Tro, ha già reso un’ampia disamina che sottoscrivo totalmente. La persistenza di alcune”opinioni esterne” che commentano il progetto AWP da remoto As.Tro., nella versione confluita nel documento inter-associativo di SGI, impone qualche delucidazione tecnica che chiarisca alcuni fondamentali aspetti a tutti i gestori e a tutti i produttori interessati a farsi un’idea precisa del lavoro svolto dall’Associazione”.

Agliata puntualizza sui Profili tecnico-strutturali e spiega “si intendono scelte infrastrutturali e/o opzioni tecnologiche, quelle dalle quali possono scaturire conseguenze industriali sul ruolo degli attori della filiera, liberamente interpretabili, a patto di comprenderli correttamente e altrettanto correttamente divulgarli”. Oltre alla distribuzione, la discussione sul gioco da remoto verte sul controllo che anche nelle attuali AWP non è stato effettuato costantemente. Ora, se si vuole introdurre il gioco da remoto, è ovviamente necessario rendere efficiente la sicurezza degli apparecchi sotto l’aspetto tecnologico e verificarne l’applicazione nei posti di lavoro sparsi nel territorio. In ogni caso dalle parole di Agliata emerge netta la disponibilità al dialogo con produttori e gestori con l’obbiettivo di rendere comprensibili o meglio interpretabili i contenuti del documento inter-associativo di SGI.

 

M.R.

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